“Ho le regole”, “sono indisposta”, “ho il ciclo” sono alcune delle definizioni più frequenti e fantasiose che le donne utilizzano da secoli per raccontare la mestruazione: spesso, ancora oggi, ne parlano a bassa voce con le amiche, cercano notizie sul web, ne parlano poco con la ginecologa, faticano a pronunciare quella parola.
Il vissuto è personale per cui la mestruazione ha un significato che varia da donna a donna ed è in relazione alle sue credenze, al tipo di società in cui vive. E’ un evento naturale, doloroso o fastidioso, ma necessario; è costoso perchè costringe ad utilizzare assorbenti, coppette e, nella nostra cultura, saponi speciali, profumi; è un appuntamento che dona sicurezza della propria femminilità; è la delusione per la mancata gravidanza. E anche le donne che non hanno cicli regolari vivono l’assenza come una presenza costante. Oggi, molte ragazze lo vivono come un impedimento alle attività quotidiane (sport, scuola); alcune si sentono “sporche”.
Ma il ciclo mestruale è un fenomeno naturale, che dalla pubertà interessa tutte le donne per circa 40 anni della vita (inizia ad un’età compresa tra i 11-14 anni (menarca), e si interrompe alla menopausa, intorno ai 50 anni) per un totale di 400 – 450 cicli. Vale la pena di saperne qualche cosa di più anche per eliminare tabù e false convinzioni.
Ma che cosa è la mestruazione?
E’ l’espulsione all’esterno di un fluido composto da sangue, muco cervicale, secrezioni vaginali, acqua e tessuti organici endometriali che si sono distaccati dalla cavità uterina interna per lo sfaldamento provocato da meccanismi ormonali.
La regolarità di questo fenomeno è assicurato da un preciso controllo ormonale che coinvolge alcune strutture:
- L’ipotalamo, una parte del cervello che attraverso l’ormone GnRh (fattore di rilascio delle gonadotropine) spinge l’ipofisi a produrre ormoni che impartiscono ordini all’ovaio. Ecco perchè le emozioni elaborate nel cervello possono agire alterando questo meccanismo.
- L’ipofisi, una piccola ghiandola posta sotto gli esmisferi cerebrali che obbedendo aell’ipotalamo produce FSH (ormone follicolo stimolante) e dell’LH (ormone luteinizzante) dette gonadotropine, in grado di comandare l’attività dell’ovaio.
- Le ovaia, piccole ghiandole che contengono il patrimonio genetico della donna, gli ovociti. Inseriti in una struttura chiamata follicolo. Ogni 13-14 giorni, circa, un follicolo matura grazie all’FSH, e libera un ovulo (grazie all’LH) pronto ad essere fecondato. Nello stesso tempo produce l’estradiolo (estrogeno) che predomina nella prima parte del ciclo che rende la donna euforica, con pelle e capelli ben nutriti, occhi splendenti, e, nella seconda parte del ciclo, il progesterone, che prepara l’endometrio, cioè il tessuto che riveste la cavità dell’utero, ad accogliere l’ovulo eventualmente fecondato, contrastando le azioni dell’estrogeno.
Se la fecondazione non avviene, gli ormoni (estrogeno e progesterone) diminuiscono in modo notevole e a ciò segue la caduta del tessuto endometriale che doveva funzionare da comodo cuscino per l’impianto dell’embrione: ecco che si verifica la mestruazione. Dunque la mestruazione da alla donna un messaggio ben preciso: vi è stata una ovulazione ma non si è instaurata una gravidanza.
Per ciclo mestruale si intende la distanza, calcolata in giorni tra l’inizio di una mestruazione e quella successiva.
Caratteristiche del flusso e possibili alterazioni
- Il ritmo
Non è uguale per tutte le donne. Un ciclo è considerato normale se è compreso tra i 23 e i 35 giorni. Sotto o sopra questi numeri possiamo immaginare vi sia qualche irregolarità degli ormoni e dunque un’anomala funzione dell’ovaio.
Alterazione
Amenorrea
Se il flusso mestruale manca da almeno tre mesi
Oligomenorrea
Se la mestruazione si presenta, in un anno, invece che 11-12 volte, con minor frequenza.
Polimenorrea
Se la mestruazione si presenta con una frequenza minore a 22-23 giorni, talvolta ogni 15 giorni. In questo caso sappiamo che non vi può essere ovulazione.
Spotting
Piccole perdite ematiche che si verificano spesso in fase ovulatoria o pre e post mestruale. Non sempre hanno un significato di malattia
- Durata
Varia da 3 a 7 giorni
Se dura più di 7 giorni si parla di meno-metrorragia
- Quantita
Ad ogni ciclo si perdono da 35 a 80 ml di sangue, con una media di 50 ml che corrisponde a circa mezzo bicchiere d’acqua. Dunque non vi è un pericolo di emorragia, come alcune donne credono. Ovviamente vi sono donne che hanno un flusso minore e altre molto più abbondante.
Alterazioni
Ipomenorrea se il flusso è scarso e di ridotta durata
Ipermenorrea se il flusso è più abbondante
Menorraggia se vi è una perdita anomala inaspettata
- Il colore del flusso non è da solo la spia di alcun problema: rosso vivo o tendente allo scuro è, solitamente, in relazione alla quantità e alla velocità di espulsione del sangue mestruale.
DIARIO MESTRUALE
Nella mia pratica clinica alla domanda “Quando ha avuto l’ultima mestruazione?” la donna spesso risponde in modo vago e poco preciso. Per la ginecologa invece, è una informazione molto utile. E’ importante dunque annotare le date dei cicli, registrando il giorno di inizio, la durata, la quantità, il dolore eventuale (dismenorrea), e qualsiasi notizia che possa aiutare a capire come si comportano gli ormoni. Oggi si possono utilizzare sono numerose App semplici e funzionali
DISMENORREA
Quale donna non ha almeno qualche volta lamentato, durante i primi giorni mestruali, un dolore sopportabile? Quasi tutte! Ma per un 10-15% di esse il dolore è così forte da ostacolare le normali attività quotidiane (scuola, lavoro, sport) e si definisce dismenorrea. E’ un dolore di intensità e durata variabili da donna a donna, spesso è irradiato alle gambe e alla schiena e può essere accompagnato da nausea, diarrea, cefalea e malessere generale. La dismenorrea è la causa principale di astensione dal lavoro o dalla scuola delle giovani donne.
L’utero è un muscolo che si contrae e si rilascia e le contrazioni, stimolate da sostanze prodotte dall’endometrio (prostaglandine), sono di tipo crampiforme. Prima della mestruazione i livelli di prostaglandine aumentano per poi diminuire durante la mestruazione. Ecco perché il dolore è più intenso nei primi giorni del ciclo. La dismenorrea è primaria se inizia in età giovanile e spesso si attenua con il passare degli anni per scomparire spesso dopo un parto. E’ un dolore legato all’ovulazione e alla produzione delle prostaglandine.
La dismenorrea è secondaria quando inizia più tardivamente, è più intensa, dura più a lungo e tende a peggiorare alla fine della mestruazione. Alla base di questo dolore vi possono essere diverse cause (endometriosi, infiammazioni della pelvi, i fibromi uterini, cisti ovariche).
La visita ginecologica, l’ecografia pelvica, la laparoscopia sono necessari a trovarne la causa. Alcuni accorgimenti, che rientrano nello stile di vita, possono aiutare ad alleviare il dolore. Esistono poi numerosi farmaci efficaci nel controllare il dolore che è meglio eliminare, se possibile, e non sopportare con rassegnazione.
Quando rivolgersi al medico
Non certo per una variazione saltuaria delle caratteristiche a cui siamo abituate.
Se le irregolarità del ciclo perdurano, se compare un dolore mestruale prima assente o aumenta notevolmente la dismenorrea, allora è opportuno rivolgersi alla ginecologa che potrà distinguere tra cause organiche (presenza di un fibroma, polipi, cisti ovariche, endometriosi, policistosi ovarica, alcuni tipi di tumori) o cause ormonali (aumento della prolattina, aumento degli androgeni), o disfunzionali che posso essere collegate ad un periodo di stress, o altre malattie generali (patologie tiroidee, malattie della coagulazione). La diagnosi talvolta è rapida ma altre volte richiede accertamenti più complessi.
Disturbi collegati al ciclo
1.Sindrome premestruale
Forse è la condizione che definisce meglio la caratteristica femminile della variabilità mensile. E’ il risultato degli effetti potenti che gli ormoni femminili hanno, non solo sul corpo della donna, ma anche sulla sua psiche.
Quasi tutte le donne, qualche giorno prima delle mestruazioni avvertono sintomi fisici e psichici di varia entità (85-97%). In un certo numero di donne, invece, i disturbi quali gonfiore e ritenzione idrica che comportano un aumento di peso, tensione e gonfiore al seno (mastodinia), mal di testa, crampi, affaticamento, sbalzi di umore, ansia, irritabilità si presentano ciclicamente (talvolta dal tredicesimo giorno del ciclo e non oltre il 4 giorno del flusso) per molti anni della vita fertile, e con una intensità tale da definire la vera e propria Sindrome Premestruale. Questo disturbo condiziona relativamente la vita quotidiana, i rapporti familiari e sociali. Ma nel 4-6% delle donne, invece, si presenta con una variante più severe, il disturbo disforico della fase luteale tardiva, in cui i sintomi psichici sono predominanti, si ripetono da più di un anno solo in fase premestruale, e sono talmente intensi da interferire seriamente con il lavoro, le attività sociali e le relazioni personali. I sintomi psichici sono: aggressività, sensazione di inadeguatezza, malinconia, tensione o ansia, ridotto interesse nelle attività quotidiane, difficoltà di concentrazione, sensazione di perdita di controllo, mancanza di energia. Ai sintomi comportamentali quali: aumento dell’appetito, voglia di cibi dolci o salati, disturbi del sonno si aggiungono anche altri sintomi come il gonfiore addominale, la tensione al seno, il meteorismo. Le cause sono complesse e controverse: squilibrio ormonale con eccesso di estrogeno e scarso progesterone, riduzione della serotonina (mediatore chimico prodotto nel cervello, che regola l’umore), alterata funzione di un ormone che controlla i liquidi con ritenzione di sale e di acqua, aumento della prolattina che altera la produzione di neurotrasmettitori, dieta carente (calcio, ferro, magnesio e piridoxina), alterata tolleranza al glucosio, obesità, alcol, sedentarietà, stress intenso. Pare che ogni donna abbia la propria sindrome e la propria sensibilità neurobiologica, con una reattività a stimoli ambientali familiari e sul lavoro che anomala. Tutto ciò deteriora la vita di relazione della donna.
Come affrontare il problema? Indubbiamente conoscere le proprie reazioni e prepararsi a quei momenti è il primo passo per modulare le strategie di cura sulla vulnerabilità neurobiologica personale.
E’ importante registrare in un diario i sintomi, la loro intensità e durata perchè il medico possa valutare meglio l’intensità della sindrome e collocarla nel tempo. Importantissimo, per fare prevenzione o curare, è agire sullo stile di vita (attività fisica, alimentazione, tecniche di rilassamento, sonno) evitando tutto ciò che aumenta gli aminoacidi eccitatori del cervello. Esistono alcune sostanze naturali che possono aiutare nei casi meno intensi: il magnesio, l’agnocasto.
Nei casi più importanti è necessario utilizzare farmaci della clinica psichiatrica.
- Mal di testa al femminile (Cefalea catameniale)
Qualche giorno prima dell’ inizio della mestruazione alcune donne soffrono di un mal di testa molto intenso e fastidioso che scompare nei primi giorni del flusso mestruale.
La cefalea è spesso è complicata degli altri sintomi elencati ed è difficilmente risolvibile perchè ancora oggi non ne conosciamole la causa.
Il ruolo degli estrogeni, ormoni femminili per eccellenza, risulta evidente. La prevalenza dell’emicrania, infatti, è simile tra i ragazzi e le ragazze, ma dopo la pubertà diventa 3 volte maggiore nelle donne che negli uomini. I meccanismi alla base degli attacchi sono probabilmente numerosi e difficili da isolare. La terapia sintomatica, cioè che cura l’attacco già iniziato, è simile a quella della normale emicrania: i comuni analgesici, gli antinfiammatori non steroidei (FANS) (naprossene sodico, ibuprofene); gli antinfiammatori quali il paracetamolo; gli ergot derivati (ergotamina diidroergotamina) che agiscono sul sistema serotonina, dopamina; il sumatriptan rapido ed efficace e gli antivomito comuni. La terapia preventiva tende a prevenire l’attacco e per impostarla è necessario aver stilato un diario per stabilire quando iniziare.
Recentemente si è rivelato interessate l’utilizzo del pidolato di magnesio a partire dal 15° giorno del ciclo fino alla successiva mestruazione.
Irregolarità da stress
Quando siamo sottoposte ad uno stress prolungato per giorni o mesi (stress cronico), il cortisolo attivato in modo anomalo per la situazione di allarme, influenza la “centralina” posta nel nostro cervello, l’ipotalamo, dove risiedono anche le strutture di controllo del ciclo mestruale. La cascata di avvenimenti ormonali che si produce può determinare un blocco dell’ovulazione con assenza di ciclo, o un’alterata produzione del progesterone, per cui le mestruazioni possono presentarsi in anticipo (polimenorrea), o ritardare (oligomenorrea), saltare completamente (amenorrea), o presentarsi con fenomeni di spotting, cioè perdite scarse e scure; o viceversa il ciclo può presentarsi più lungo e abbondante. Lo stress è sicuramente nemico del ciclo mestruale regolare. Talvolta è sufficiente risolvere lo stress per vedere tornare le mestruazioni.
Vorrei dire due parole sullo stress alimentare. Tutte le variazioni di peso eccessive ( perdita di peso o aumento anomalo) che l’eccesso di allenamento fisico, possono interferire pesantemente con il ciclo mestruale. Nell’anoressia uno dei sintomi più frequenti è l’amenorrea.
Concludiamo elencando alcuni dei miti collegati alla mestruazione da sfatare per liberarcene definitivamente!
VERO o FALSO
Non puoi fare il bagno o la doccia. Non è vero, anzi l’igiene deve essere più accurata.
L’acqua fredda blocca il ciclo mestruale. L’acqua fredda può interrompere o rallentare il flusso per una semplice reazione fisiologica al freddo, ma riprende immediatamente appena la temperatura si normalizza.
Meglio evitare di depilarsi. Poiché gli ormoni sono a riposo durante la mestruazione, la crescita dei peli rallenta e la ceretta dura più a lungo.
Meglio evitare di tingersi i capelli. Non vi è alcun fondamento a questa norma.
Non bisogna fare sport durante. Se la donna si sente più stanca, ha cefalea, dismenorrea, un ciclo molto abbondante, difficilmente avrà voglia di fare sport, ma non è una proibizione. Tuttavia, imparare alcuni semplici esercizi fisici può contrastare il dolore mestruale.
Se una donna tocca un fiore, lo fa appassire. E’ una di quelle credenze, false, legata all’idea che la donna sia “impura” durante il flusso mestruale.
In quei giorni meglio evitare di cucinare. Non è vero che gli ormoni possano alterare i risultati i cibi: la maionese non impazzisce, dolci lievitano…
Vi è più probabilità di essere attaccate dagli squali (o dagli orsi). E’ un caso molto raro. È vero che il sangue attira gli squali, ma come il sudore e urina.
Non si possono avere rapporti sessuali. Non vi sono controindicazioni fisiche e gli uomini possono stare tranquilli. Ovviamente è una scelta molto personale della coppia..
Non puoi rimanere incinta. Attenzione! Alcune donne rimangono incinte anche durante il flusso perché gli spermatozoi possono vivere nell’utero fino a cinque giorni aspettando la emissione dell’ovulo fecondabile.
Dottoressa Lidia La Marca
Specialista in ginecologia, oncologia e neuroimmunologia
www.lidialamarca.it