Cos’è la diastasi addominale: è una patologia molto diffusa di cui poco si conosce. Si tratta di un disturbo che interessa soprattutto le donne a fine gravidanza e che solitamente si risolve, in maniera spontanea, nei primi 6 mesi dal parto. Circa un terzo delle neo mamme, possono continuare a presentare questo problema in maniera definitiva.
Per diastasi addominale intendiamo l’allontanamento progressivo, e a volte irreversibile, dei due muscoli retti addominali causato dal rilasciamento dei tendini della cosiddetta “linea alba”, una sottile banda di tessuto connettivo priva di vasi sanguigni e nervi si estende longitudinalmente dalla parte bassa dello sterno alle strutture ossee del bacino.
I motivi di questa patologia sono da ricercarsi nell’eccessivo aumento di volume endo-addominale che si verifica nel caso di gravidanze e obesità grave.
Il segno caratteristico della diastasi addominale è una sorta di cresta che si forma in corrispondenza della linea alba e che va dallo sterno al pube. I muscoli retti vengono separati dalla linea mediana, la quale è formata da tessuto poco elastico ma molto resistente che, se da una parte rende molto difficile la sua rottura, dall’altra, quando questa si indebolisce. Per la precisione, parliamo di diastasi addominale quando il muscolo retto addominale destro si distanzia dal sinistro di almeno 2,5 centimetri. Non vi sono fattori predisponenti di tipo genetico ma piuttosto di tipo ambientale o di stile di vita quali una condizione di sovrappeso o un’assenza di attività fisica e dunque di tonicità muscolare in particolar modo a livello della parete addominale. Tra i fattori di rischio della diastasi troviamo:
- Età superiore ai 35 anni
- Un feto dal peso elevato
- Una gravidanza gemellare
- Una storia passata di altre gravidanze.
Non si tratta solo di una questione estetica, ma va a inficiare la qualità della vita in termini di salute fisica e anche psicologica. Se la problematica non si risolve in maniera spontanea infatti, è possibile che sopraggiungano complicanze quali senso di pesantezza al pavimento pelvico , incontinenza e formazione di ernia ombelicale. Inoltre, il lavoro non corretto della muscolatura addominale comporta disturbi anche a livello dorsale, sono tipici della diastasi infatti l’assunzione di una posizione di iperlordosi e la comparsa di dolori alla schiena .
La diagnosi di diastasi dei retti dell’addome è in genere effettuata con un esame obiettivo ed è necessaria una visita clinica da uno specialista. E’ possibile eseguire un esame di autovalutazione e nei casi dubbi eseguire un ecografia della parete addominale per escludere la presenza di un’ernia addominale, chiamata laparocele. Tecnicamente, la diastasi è fisiologica fino a quando la distanza tra i due retti non supera i 2,5 cm.
In alcuni casi possono aiutare esercizi specifici, guidati da un fisioterapista esperto. L’attività fisica durante la gravidanza è utile per attivare e rinforzare la parete addominale, senza però sforzare eccessivamente il muscolo trasverso e privilegiando invece il lavoro dei muscoli del pavimento pelvico”.
In altri casi, quando la separazione delle due fasce è molto marcata, può essere indicato l’intervento chirurgico, l’unica soluzione che possa richiudere definitivamente la distanza che si è venuta a creare.
La fisioterapia è indicata per le forme lievi di diastasi e come preparazione all’intervento e post operatorio . Attraverso l’ esecuzione di esercizi guidati dal fisioterapista si vanno a rinforzare quei muscoli che possono compensare il deficit del retto addominale. Molto indicata è la ginnastica ipopressiva, metodo ideato da Marcel Caufriez. Attenzione a fare esercizi “fai da te” perché l’esecuzione sbagliata di esercizi di rinforzo addominale potrebbe peggiorare il quadro clinico. Sempre meglio rivolgersi ad uno specialista.